Aisha, 13 anni, ascolta quei passi dell’uomo che di tanto in tanto fa breccia nella sua camera. È un amico di famiglia, lui la rassicura spesso dicendole che finirà presto, ma trascorrono i mesi e la piccola in preda al panico, non scorge via d’uscita. Aisha e la sua infanzia rubata, tra abusi subiti e la demolizione della propria identità, questa è la sorte delle vittime di prostituzione minorile.
Suddetto fenomeno affonda le proprie radici nella complessità delle sue cause. Un contesto familiare in preda al degrado nel quale la povertà induce le figure genitoriali ad indirizzare il bambino verso la prostituzione al fine di ottenere un guadagno economico, minori stranieri costretti a vendersi per mano della criminalità o ancora, gli adescamenti delle vittime che avvengono mediante il mondo dei social network tra profili fake e false promesse; il tutto nell’ingenuità di chi subisce l’atto.
Emerge pertanto che il rischio di entrare nell’abisso del fenomeno proviene dal mondo esterno, ma anche da persone di fiducia e la gran parte delle vittime non rivela il proprio vissuto per un senso di vergogna o per via dell’ incapacità di riconoscere il fatto.
Le conseguenze sono devastanti, il minore avverte un senso di solitudine, incombe nei disturbi d’ansia e depressivi, il tutto accompagnato dai sensi di colpa. Tra gli effetti negativi sulla salute, invece, si riscontrano le malattie sessualmente trasmissibili, la gravidanza indesiderata, aborti o infezioni.
Premesso che il fenomeno avviene in contesti nei quali si cerca di mascherare l’accaduto, come l’ambiente familiare, è necessario agire sulla prevenzione.
Lo Stato dovrebbe mettere in campo ogni risorsa al fine di garantire la sicurezza nei luoghi frequentati dai minori, quali la scuola o i centri ricreativi e sportivi, per tutelare la loro incolumità. È altresì fondamentale sensibilizzare la comunità, informare i bimbi sui possibili rischi con un linguaggio idoneo alla loro età e avviare campagne formative all’interno delle istituzioni scolastiche. Urge inoltre un controllo da parte dei genitori, nell’utilizzo del mondo di internet tra i ragazzi, poiché il pericolo è sempre in agguato.
Il nostro Ordinamento Giuridico condanna il fenomeno, l’ Art. 600 – bis del Codice Penale, sancisce la reclusione fino a 12 anni o una pena pecuniaria da 15.000 € a 150.000 €, per chiunque favorisca, organizzi, controlli la prostituzione minorile.
Fonti:
www.linkiesta.it
www.alessandragraziottin.it
di Maria De Fazio, assistente sociale impegnata con diverse realtà associative al contrasto delle varie forme di violenza e criminalità.
