Capita talvolta di imbattersi nel deep web e dark web, termini utilizzati indistintamente e riferiti a contesti che indicano la parte nascosta e pericolosa della rete Internet. Ma è davvero così? Come si accede e cosa è possibile trovare? Immaginiamoci il web come una grande piramide in cui la punta (4%) rappresenta l’Internet di superficie (surface web), indicizzato e facilmente navigabile da tutti gli utenti con i consueti motori di ricerca tradizionali (il più conosciuto è Google).

Ma, oltre questo territorio, esistono due aree distinte che si trovano sotto la superficie del web accessibile e che si stima rappresentino il 90% e il 6% del web e che prendono il nome di deep web e di dark web: sono porzioni non indicizzate che richiedono una ricerca più complessa e appaiono più difficili da scoprire. Si tratta per la maggior parte dei casi di file di testo (mail, messaggi diretti, transazioni bancarie) o aree private di siti web che richiedono le credenziali di accesso.
Tuttavia, molti contenuti del deep web sono facilmente accessibili dai browser (software che consentono di guardare e interagire con le informazioni del World Wide Web) se si conosce l’indirizzo di destinazione. In questa porzione di web non indicizzato è poi possibile trovare il dark web, un sottoinsieme del deep web che utilizzata reti private (darknet) e che si compone di pagine che offrono un altissimo livello di privacy e protezione e che, per ovvie ragioni, sono utilizzate dal mercato nero per attività illegali. A differenza di quanto accade nel deep web, il dark web è oscurato e si accede con specifici browser (il più conosciuto è Tor). E qui nasce l’aspetto negativo del dark web di cui si sente parlare nelle cronache: se un buon 50% dei siti è legale, dall’altra esiste un’ampia fetta di contenuti che fanno riferimento al commercio di droghe e farmaci, crimini informatici e materiale pedo-pornografico.
di Fabio Cruccu, giurista specializzato in Diritto minorile con focus su educazione digitale, giornalista pubblicista e presidente associazione F4CR network