Educazione Digitale: l’hate speech


Il nostro viaggio nell’educazione digitale prosegue con l’hate speech o discorso d’odio, un fenomeno sempre più diffuso nella nostra società, che presenta rigurgiti di rabbia e intolleranza verso le minoranze manifestandosi in particolar modo nelle comunicazioni online.

Con esso si intendono espressioni che mirano a fomentare l’odio, rivolte a stranieri, omosessuali, transgender, minoranze etniche-linguistiche o portatori di handicap. Le nuove tecnologie, infatti, se da un lato permettono di intrattenere rapporti e relazioni virtuali, dall’altra hanno acuito le possibilità di esprimere opinioni e pensieri che spesso sfociano in veri e propri discorsi d’odio online. A ciò deve essere aggiunto che viviamo nell’epoca delle fake news e che è persistente una rabbia che si manifesta attraverso i social network. L’hate speech deve essere contrastato perché riporta sul web meccanismi connessi al razzismo, xenofobia, omofobia, misoginia e discriminazione delle categorie con disabilità fisica o mentale.

L’associazione F4CR network nel 2019, in collaborazione con il Comune di Seneghe, ha lanciato la campagna “Tutti diversi, tutti uguali” con azioni di sensibilizzazione sul web e attività svolte nelle scuole elementari, distribuendo materiali per riconoscere e contrastare l’odio, focalizzandosi sulla ricchezza della diversità.

Occorre non abbassare l’interesse su questi temi: pur non esistendo una definizione di hate speech nel 2018 le Nazioni unite hanno elaborato un progetto d’azione per contrastare le forme di odio e ricercare le cause, con una strategia di sensibilizzazione a sostegno delle vittime e il Consiglio d’Europa ha avviato una campagna contro l’istigazione all’odio online pensata per essere diffusa soprattutto tra i giovani, sollecitando anche i parlamenti nazionali ad intraprendere iniziative in questo senso.


di Fabio Cruccu, giurista specializzato in Diritto minorile con focus su educazione digitale, giornalista pubblicista e presidente associazione F4CR network