Educazione digitale: il vamping


L’educazione digitale ci permette di conoscere i rischi provenienti dal web e i neologismi legati all’uso delle nuove tecnologie.

È questo il caso del vamping, parola coniata nel 2014, che indica quel fenomeno con cui gli adolescenti rimangono svegli durante la notte – e talvolta fino all’alba – per chattare con i loro coetanei, condividendo post o messaggi, guardando film in streaming su tablet o computer o giocando con le app del proprio telefonino, anche solamente scrollando tra le notizie dei social network e così facendo generano un pericoloso cortocircuito sul loro ciclo sonno-veglia. Da qui l’analogia con la figura dei vampiri, creature che come è noto dormono durante il giorno e sono svegli la notte.

L’insonnia digitale fotografa una condizione di disagio che non può essere ignorata dai genitori: la fatica ad addormentarsi e la stanchezza durante le ore del giorno successivo possono avere delle pesanti ripercussioni sullo stato psico-fisico del minorenne e incidere negativamente sulla reattività, sulla capacità di concentrazione e sull’umore anche a discapito delle relazioni interpersonali e del rendimento scolastico.

Infatti l’esposizione durante la notte alla luce dei dispositivi, stimolando la produzione di melatonina, l’ormone che regola il ciclo sonno-veglia, impedisce un corretto riposo, provocandone un progressivo peggioramento della qualità. È come se il nostro orologio biologico rallentasse e l’effetto è quello di svegliarsi stanchi la mattina.

Per cercare di arginare questo fenomeno è importante instaurare un rapporto di ascolto e confronto con i propri figli, affinché comprendano i danni che l’uso delle apparecchiature durante la notte, privandoli del sonno, possono comportare nel breve e nel lungo periodo.


di Fabio Cruccu, giurista specializzato in Diritto minorile con focus su educazione digitale, giornalista pubblicista e presidente associazione F4CR network