Bambini e autismo


Nella società odierna si riscontra un numero sempre crescente di minori affetti da spettro autistico, condizione che non solo può avere ripercussioni all’interno della società stessa ma anche nell’ambiente scolastico in cui essi sono inseriti.                                  

I soggetti autistici hanno difficoltà a stabilire relazioni sociali normali, usano un linguaggio in modo anomalo e prestano comportamenti limitati e ripetitivi; inoltre presentano schemi comportamentali, interessi e attività limitati e spesso seguono una routine molto rigida. Presentano anche un certo grado di deficit intellettivo (QI inferiore a 70).                                                         

Autismo è un insieme (spettro) di disturbi poiché le sue manifestazioni vanno ampliate in termini di tipologia e gravità. E’ un disturbo ricompreso nella categoria dei “disturbi neuroevolutivi”. A tal proposito si evidenziano molteplici criticità che devono essere  affrontate all’interno dell’ambito scolastico:  difficoltà nel mantenere il contatto visivo, tendenza a svolgere attività e giochi solitari, difficoltà nella comunicazione e interazione con adulti e pari.                                               

 Il  minore affetto da autismo potrebbe avere difficoltà ad esprimere i propri bisogni, a sostenere una conversazione con i pari e a stabilire una relazione con i compagni di classe e con gli insegnanti. La scuola può essere un’ulteriore fonte di stress se non vengono messe in atto le strategie giuste.     

Prendendo in esame questo tipo di disturbo rapporto all’ambito scolastico si evidenzia che per tali utenti è previsto  il PEI, ossia Piano Educativo Individualizzato, che contiene oltre a indicazioni di tipo tecnico su tale problematica, anche gli obiettivi da perseguire e far raggiungere all’utente avvalendosi dell’aiuto dei docenti, professori di sostegno ed educatore. Un’ulteriore strategia da poter utilizzare è la conoscenza e padronanza di tecniche specifiche:  ad esempio, il metodo più utilizzato, soprattutto nei casi si basso funzionamento, è l’ABA (applied behaviour analysis) ossia l’analisi applicata al comportamento per la modificazione dei comportamenti disadattivi, metodo complesso che richiede formazione specifica. Si può inoltre incoraggiare bambini e insegnanti a salutare il minore autistico appena entra in classe,  aiutare il ragazzo ad attirare l’attenzione degli altri chiamandoli, insegnargli a chiedere aiuto quando si necessita  toccandolo o chiamandolo, incoraggiarlo a condividere le proprie cose con gli altri e promuovere l’inclusione nel contesto classe con giochi o attività da poter fare insieme.     

L’autismo non va trattato solo all’ interno delle mura domestiche ma bisogna attuare campagne di sensibilizzazione poiché anche i nostri figli un giorno potrebbero trovarsi in questa situazione all’interno del gruppo classe.


di Barbara Maggi, studentessa – facoltà di Giurisprudenza, Università degli studi “Guglielmo Marconi” di Roma