Criminalità e Adolescenza: il ruolo delle agenzie educative


Sempre più adolescenti incombono in condotte criminose, pensiamo ad esempio ai furti, alle aggressioni o allo spaccio di sostanze stupefacenti. Partendo dal presupposto che l’adolescenza è una fase delicata della vita, la quale sancisce il passaggio all’età adulta e in cui si è maggiormente predisposti alla trasgressione nonché all’ l’impulsività, un ruolo cardine nell’educazione dei giovani è ricoperto dalle due principali agenzie educative ossia la scuola e la famiglia.
Con il trascorrere degli anni, entrambe hanno subito un radicale cambiamento, pensiamo alla figura del docente un tempo quasi temuta, mentre oggi si assiste al triste fenomeno del bullismo contro gli insegnanti, nello spiacevole scenario di alcune figure genitoriali che inveiscono contro il docente cui cerca di impartire norme di buona condotta, come intervenire durante un litigio che vede coinvolti i coetanei. Tra le cause principali dei comportamenti devianti in adolescenza, riscontriamo lo status economico di povertà, le problematiche familiari come lutti improvvisi, abusi o divorzi.
Non da meno è la disattenzione dei genitori rispetto alla soddisfazione dei bisogni affettivi della prole, si predilige infatti soddisfare il bene materiale anziché quello morale, e ancora l’essere troppo permissivi o eccessivamente rigidi nel controllo dell’altrui condotta, può innescare degli atteggiamenti di ribellione.
È necessario sottolineare, oltre ai fattori di rischio, che i bisogni evolutivi possono spingere un adolescente a delinquere, nel cercare una propria autonomia identitaria o nell’essere accettati dal gruppo dei pari.
L’utilizzo promiscuo dei mezzi di comunicazione di massa, ha notevolmente influenzato il fenomeno, trasmettendo dei messaggi diseducativi, un esempio è rappresentato dalla musica neomelodica che attraverso i suoi testi, inneggia alle diverse forme di criminalità, o alle challenge che inducono un soggetto a sfidare la sorte.
Urge pertanto una maggiore attenzione da parte dei genitori, sull’utilizzo degli smartphone dei propri figli, un’ educazione improntata anche sul “no”, nell’evitare che i ragazzi crescano con l’ideologia che sia loro tutto concesso. È importante frequentare luoghi di aggregazione come le Parrocchie o dedicare la propria passione ad un’ attività sportiva, nella prevenzione ai fenomeni devianti. Qualora la famiglia non riuscisse ad ottemperare al proprio ruolo, per via di un livello d’istruzione basso, o a causa del vivere in zone degradate del territorio legato ad un ambiente criminale, la scuola ha l’obbligo di intervenire, segnalando possibili situazioni
difficili ai servizi sociali o alle realtà associative che operano sul territorio di appartenenza.

Fonti:
https://www.unicusano.it


di Maria De Fazio, assistente sociale impegnata con diverse realtà associative al contrasto delle varie forme di violenza e criminalità.