Scuola, minori e disabilità


La Scuola dovrebbe essere uno dei primi luoghi in cui si impara l’ accoglienza, la solidarietà, il
rispetto e l’ altruismo, nei confronti del prossimo, sopratutto verso chi è più fragile e ha delle
problematiche non indifferenti. Ma molto spesso questi insegnamenti vengono meno e questo luogo
si trasforma in una prigione ulteriore, oltre a quella in cui questi bambini già sono costretti a
vivere, e che non lascia loro la possibilita’ di espletare la propria personalita’ e non permette loro
una sana crescita.
Generalmente le forma di maltrattamento e discriminazione in ambiente scolastico avvengono
sopratutto da parte delle figure adulte di riferimento, (si intende professori) in cui i bambini
ripongono invece tutte speranze di essere tutelati ma anche da parte del gruppo dei pari.
Per ciò che concerne i maltrattamenti da parte delle figure adulte di riferimento nell’ ambiente
scolastico sono posti in essere dall’ incapacita’ degli adulti di gestire contemporaneamente le
esigenze del gruppo classe ( essendoci un sovranumero di alunni in rapporto al singolo docente,
rapporto 1:15) e le esigenze di quegli alunni con fragilita’. Le criticita’ che emergono sono le
seguenti:

  • Mancata proposta di attivita’ inerenti al programma/contesto scolastico adattabile anche a
    coloro che hanno deficit cognitivi o disturbi dell’apprendimento
  • Mancanza di figure adulte di sostegno ( docenti di sostegno) specificatamente destinate a
    questi bambini fragili poiché non sono ritenute necessarie da parte della documentazione
    medica ( psicologi/psichiatri/assistenti sociali)
  • Per lo stesso motivo citato nel precedente punto si avverte mancanza di altre figure qadulte
    di riferimento quali AES ( ossia educatori assistenza scolastica) che sono spacializzati nell’
    individuazione dei bisogni e nel supporto ditali utenti nell’ ambito scolatico
  • Mancata formazione in ambito psicologico dei docenti che non sanno e non hanno nessun
    tipo di competenza per far fronte alle esigenze di questi bambini .
  • Questo porta molto spesso ad un’ esesperazione del docente nei confronti di situazioni a cui
    a livello psicologico non riesce a far fronte e lo porta ad esplodere generalmete nei confronti
    dei bambini piu’ fragili.
    La cronaca purtroppo e’ piena di questi casi, per citare un’ esempio ad Agrigento due maestre sono
    state condannate per aver preso a calci e a pugni un bambino disabile.
    Infatti durante il periodo di osservazione, attraverso il piazzamento di telecamere nascoste
    all’interno della scuola (nel 2020), dopo che la madre del bambino, insospettita dai lividi sul corpo
    che aveva notato al suo ritorno da scuola, si era rivolta ai carabinieri. Nei filmati si è così potuto
    appurare come le donne colpiscano il bambino con schiaffi e in un’occasione anche con un calcio
    sulla coscia. In uno dei filmati si nota il bambino barcollare dopo aver incassato uno schiaffo al volto,
    in un’altra viene trascinato a terra. Dopo 15 giorni vengono immortalati immortalati i
    comportamenti più volenti: il piccolo, in meno di 20 minuti, per placare l’agitazione dovuta al suo
    stato di emotività alterato viene colpito, come evidenzia la procura, con numerosi schiaffi a viso,
    spalla, mani e nuca.
    Per quanto riguarda i maltrattamenti e le discriminazioni posti in essere dal gruppo dei pari
    generalmente i pari sono appartenenti al gruppo classe del bambino e le manifestazioni tipiche
    sono:
  • Isolamento dal resto del gruppo classe
  • prese in giro su aspetto fisico e/o psichico
  • Dispetti di varia natura
  • Bullismo che a volte sfocia in aggressioni fisiche e/o verbali

Queste situazioni sono causate da un’ incapacità e una non abitudine da parte dei minori di saper
gestire le emozioni. Sin da piccoli ai bambini che pongono in essere questi comportamenti non e’
stato insegnato, da parte dei genitori, il corretto modo di incanalare e gestire le emozioni. Questa
incapacita’ a livello familiare si evince dal fatto che nel 90 per cento dei casi sono gli statti adulti
della cerchia familiare che usano ed esplicano le emozioni in maniera del tutto scorretta e non
ammettono a loro volta di essere carenti su tale punto.
Tutto questo poi si ripercuote sugli stessi figli avendo tale esempio da imitare ed avendo avuto tale
imprinting.
Un esempio emblematico e’ quello accaduto a Napoli : insulti, sputi e altri atti denigratori nei
confronti di un minorenne portatore di handicap a cui gli indagati, gli stessi compagni di classe,
avrebbero urinato sul corpo, costringendolo a subire aggressioni e violenze verbali e fisiche come la
palpazione dei genitali. Alcuni episodi sarebbero stati anche ripresi con degli smartphone.
A fronte di tali episodi strategie preventive eventualmente applicabili sono : continua informazione
nelle scuole che prevede incontri tra gruppo classe e specialisti del settore ( psicologi, psichiatri ,
educatori), corsi di formazione obbligatori per i docenti, campagne di sensibilizzazione su tali
tematiche e corretta gestione delle emozioni finalizzate ai genitori e ai gruppi familiari.
In conclusione si avverte la necessita’ di educare sin dalla tenera eta’ i bambini al corretto utilizzo e
gestione delle emozioni per evitare che successivamente essi diventino adulti poco inclini e attenti
anche alle esigenze delle altre persone, in particolar modo sei soggetti piu’ fragili.
Bisogna educare e abituare i bambini all’ altruismo, sostegno e solidarieta’ nei confronti di tutti
perche’ non esiste etnia sesso integrita’ fisica o psichica che ci rende migliori o peggiori di qualcun
altro. Siamo tutti esseri umani,tutti meritiamo lo stesso rispetto e tutti abbiamo il diritto di essere
accettati e amati per come siamo senza pregiudizi


di Barbara Maggi