Migranti: soluzioni o problemi?


 “Aiutiamoli a casa loro”, “lasciamoli in mare”, “spariamo alle barche”; sempre più spesso si leggono commenti di questo genere un po’ ovunque sul web, o più semplicemente sono i classici commenti fatti al bar.

Nell’ultimo periodo si è cercata una soluzione a questa cosiddetta “invasione”, ma ve ne è davvero una possibile? Effettivamente si, sulla carta vi sono molte possibili soluzioni.

La prima e più semplice, sostenuta dagli italioti (passatemi questo termine) è il classico “spara e nascondi il corpo”.  Vi sono troppi sbarchi? Troppe persone? Ma che problemi vi fate, la soluzione è sparare e affondare l’imbarcazione.

Ma affondare una barca, un gommone o qualunque altro mezzo per attraversare il mare con una granata o un missile si può considerare omicidio. A parte una questione puramente legale e/o morale non mi sentirei di sparare a una barca con delle persone a bordo e mi sa che non dormirei tranquilla di notte.

Un’altra soluzione, che potrebbe essere perfetta anche a livello concreto ma che purtroppo per motivi molto egoistici non verrà mai messa in pratica, è il miglioramento del programma immigrazione. Mi spiego meglio: ho chiesto ad amici e parenti cosa pensassero di tutta la situazione, e una buona parte mi ha risposto nello stesso modo. Visto che quest’ondata non si riesce a fermarla miglioriamo l’accoglienza: più coordinazione tra la regione, il comune e lo stato. Prendiamo ad esempio il comune della città X se alle spalle non vi è una buona coordinazione delle risorse della regione e di conseguenza dello Stato il comune non potrà affrontare l’emergenza e la logica conseguenza saranno disordine e razzismo. Bisogna però ricordarsi che lo Stato non opera da solo, alle sue spalle vi è l’Unione Europea che dovrebbe occuparsi di immigrazione, ed ecco qua perché questa soluzione non potrà mia essere mesa in pratica: se io Stato Italia spendo X milioni l’anno per riuscire a fronteggiare questa situazione di disagio, tu Unione Europea non puoi stanziarmi solo 1/10 di quella “X” che io spendo perché altrimenti non tornano i conti.

Vi è poi una soluzione che potrebbe essere davvero risolutiva ma che purtroppo non è fisicamente e politicamente applicabile: il cordone “umano” che blocca le partenze. L’idea sarebbe quella di creare dei campi di aiuto nei paesi da dove partono il maggior numero di barconi, questo per impedire un continuo emigrare. Questa soluzione infrange però uno dei diritti fondamentali dell’uomo: art. 13 “Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato. Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio paese.”  

Altra soluzione sarebbe aiutare i migranti nei loro paesi di origine, ma politica, investimenti sbagliati e estrema corruzione mettono i bastoni fra le ruote. Tenendo anche presente che i paesi che potrebbero fornire gli aiuti necessari sono in gran parte gli stessi paesi che hanno provveduto nei secoli e negli anni scorsi a saccheggiare i luoghi che ora dovrebbero soccorrere. Insomma è un controsenso e una palese ipocrisia.

Queste sono solo alcune delle tante possibili soluzioni e ve ne sono di sicuro moltissime altre, ma se non si vede la luce in fondo al tunnel sarà a causa della pigrizia di qualche personaggio ai piani alti, sarà per pura burocrazia, sarà per egoismo e voglia di arricchirsi. Mettere le armi sulle navi delle Ong che recuperano i migranti non mi pare una gran soluzione, come non lo è far entrare in Europa chiunque in modo indistinto. E quindi? Come si può arrivare a un punto? Forse arrivati a questo punto non vi è più una soluzione applicabile e il tutto si risolverà in una vera e propria catastrofe.

Bisogna però pensare positivo ed ho fiducia nelle persone: una mattina qualcuno si alzerà ed avrà una soluzione, magari banale, magari così semplice che tutti diranno di averci già pensato, ma sarà certamente una soluzione geniale e finalmente si vedrà la famosa luce in fondo al tunnel.

di Cecilia Gastoldi